lunedì 28 dicembre 2015

sogno di un giorno di pieno inverno

 paesaggio intorno al roque nublo
 paesaggio dal roque nublo
 sole e nuvole e montagne
 il roque nublo.. l'ayers rock di gran canaria
 atena nike in mezzo ai monti
 pineta canaria
 la roccia col buco vicino alla divinità ellenistica
terrazzamenti sulla strada che porta al roque nublo

c'è chi definisce quest'isola di gran canaria "il continente in miniatura". dopo questo viaggio verso l'interno posso dire di essere quasi d'accordo.. quasi.. perchè per quel poco che ho girato ho già visto una varietà di paesaggi e ambienti notevole ma mi manca ancora il sud dall'aspetto desertico e le dune di maspalomas. il roque nublo rappresenta, per i canari, quello che rappresenta l'ayers rock per gli australiani. è una montagna dalla forma particolare come solo sanno esserlo le rocce di origine vulcanica, che si staglia all'orizzonte, che colpisce da lontano con la sua imponenza. per arrivarci la strada è tortuosa, piena di curve e ben asfaltata tanto che mi mordo le mani per non avere qui con me la moto. i paesaggi che si susseguono sono tutti da cartolina ed il fotografo che è in me è felice come un bambino.. rocce scure si contrappongono al verde intenso delle piante così da esaltarsi a vicenda, montagne dalle forme decise e sinuose disegnano vallate dove le nuvole si mescolano e creano quadretti mozzafiato. mi è piaciuto davvero parecchio questo giro, non male questo primo approccio all'isola.

venerdì 25 dicembre 2015

ferragosto a natale



 lungomare de el puertillo
 lungomare a el puertillo
mare agitato
 mare agitato
 le infinite platanere dell'isola
arucas vista dall'alto

il natale alle canarie è la controprova che nella vita tutto è relativo. il fatto che ricorrano i 100 anni dalla presentazione delle teorie di einstein è una bella coincidenza. qui ad arucas non c'è un solo aspetto del natale che sia in grado di riconoscere.. nessun abete, niente freddo, niente guanti sciarpa e cappello, niente di niente.. o meglio, le decorazioni ci sono, ma sono tutte abbarbicate sulle palme che decorano le strade e le rotonde della città. per il resto la neve è uno sbiadito ricordo, tanto che ho deciso di trascorrere la giornata al mare, godermi il sole ed i 24 gradi di oggi. questo è anche il primo natale che faccio lontano dalla mia famiglia, che faccio lontano da tutto e da tutti ma non da me stesso.. mi pare che certe cose si ripetano sempre come il ritrovarmi a passeggiare da solo coi pensieri miei con cui mi ritrovo sempre a fare i conti.. e questi conti non riescono a migliorare. 

martedì 15 dicembre 2015

le isole della seconda chance

 paessaggio di gran canaria
 la scogliera vista dal mirador lungo la statale
 vista dal mirador/2
 vista dal mirador/3
 il vostro affezionatissimo
 i miei coinquilini: bella, polpetta e lucianino
 la spiaggia de "el puertillo" vicino ad arucas
 el puertillo/2
 bar sulla spiaggia a el puertillo
vista dalla terrazza del bar

sono passate quasi tre settimane oramai da che mi sono trasferito a gran canaria. alla sera, tornato a casa da lavoro, ogni tanto penso all' italia e la penso in termini vaghi e distanti; mi sembra lontanissima non solo fisicamente (sono 4 ore di aereo) ma anche mentalmente. l'atmosfera tropicale, il sole ed il caldo di dicembre amplificano le distanze e annullano l'avanzare del tempo, ogni giorno qui è uguale a se stesso ed in qualche termine diverso, ma molto lentamente.
purtroppo il lavoro al momento non mi lascia un granchè di tempo libero ed, onestamente, quando posso riposo.
è stato e continua ad essere abbastanza stancante cambiare tutto, sia in termini lavorativi che di tipo di vita, nel bene e nel male. sto imparando un nuovo mestiere ma per fortuna sono una persona che si adatta abbastanza facilmente alle nuove situazioni e che è abituata a cambiare per cui al momento tutto sta filando per il meglio. se ne sentono di tutti i colori sulle isole canarie, o isole fortunate come venivano definite nei secoli passati o arcipelago della macaronesia in termini strettamente geografici (insieme a capo verde e azzorre).  io sono abbastanza oggettivo e cerco di vedere la realtà per quella che è, per cui non dirò mai che qui è tutto bello e che in italia è tutto brutto o viceversa. come qualsiasi posto della terra ci sono lati positivi e negativi sta a ciascuno capire cosa gli stia bene oppure no e scegliere di conseguenza.
tra i lati positivi, quello che più è evidente è il clima, caldo e temperato a sufficienza da permetterti di fare il bagno anche a dicembre senza pentirsene. inoltre sto lavorando e dopo mesi di disoccupazione è qualcosa di meraviglioso. certo, non sto facendo il lavoro per cui ho studiato ed ho investito diversi anni della mia vita scolastica e anche professionale e, a dirla tutta, per fare il lavoro che sto facendo non è richiesto un grande livello di istruzione (di istruzione, non di capacità fisiche e mentali, si badi bene. nessun lavoro, fatto come si deve è banale).
inoltre costa poco tutto ciò che è monopolio di stato ossia benzina, sigarette e profumi. dall'altro canto la situazione lavorativa non è tutto rosa e fiori, qua la disoccupazione è elevata, i salari sono molto bassi rispetto all'italia ma la spesa al supermercato costa allo stesso modo, con le immaginabili conseguenze. certo, ad essere sinceri gli abitanti di qui sono tutto tranne che degli stakanovisti, anzi, farebbero qualsiasi cosa pur di non lavorare, ogni scusa è buona per fare festa e le persone spesso preferiscono prendere gli assegni del "paro" (gli ammortizzatori sociali spagnoli) piuttosto che cercare lavoro. è impossibile prendere un appuntamento con un canario: ti capita di dover aspettare anche diverse ore perchè all'orario prestabilito non si presenta nessuno, perso via in chissà quali faccende di cui non si preoccupa di avvisarti. anche solo per far benzina si forma la coda per via della "calma" con cui viene fatta ogni cosa e per un milanese come me è a volte difficile da mandar giù. certo, poi sono comunque abbastanza ordinati e nessuno protesta o sì'incazza se c'è da aspettare, ma spesso si aspetta gratuitamente i comodi di qualcun altro.
ho conosciuto qualche connazionale e spesso le storie di queste persone hanno una radice comune: il bisogno di cercare qui una seconda chance, per via di una sconfitta, personale o lavorativa, che vogliono lasciarsi alle spalle. ne faccio parte anche io? non so rispondermi.