paesaggio intorno al roque nublo
paesaggio dal roque nublo
sole e nuvole e montagne
il roque nublo.. l'ayers rock di gran canaria
atena nike in mezzo ai monti
pineta canaria
la roccia col buco vicino alla divinità ellenistica
terrazzamenti sulla strada che porta al roque nublo
c'è chi definisce quest'isola di gran canaria "il continente in miniatura". dopo questo viaggio verso l'interno posso dire di essere quasi d'accordo.. quasi.. perchè per quel poco che ho girato ho già visto una varietà di paesaggi e ambienti notevole ma mi manca ancora il sud dall'aspetto desertico e le dune di maspalomas. il roque nublo rappresenta, per i canari, quello che rappresenta l'ayers rock per gli australiani. è una montagna dalla forma particolare come solo sanno esserlo le rocce di origine vulcanica, che si staglia all'orizzonte, che colpisce da lontano con la sua imponenza. per arrivarci la strada è tortuosa, piena di curve e ben asfaltata tanto che mi mordo le mani per non avere qui con me la moto. i paesaggi che si susseguono sono tutti da cartolina ed il fotografo che è in me è felice come un bambino.. rocce scure si contrappongono al verde intenso delle piante così da esaltarsi a vicenda, montagne dalle forme decise e sinuose disegnano vallate dove le nuvole si mescolano e creano quadretti mozzafiato. mi è piaciuto davvero parecchio questo giro, non male questo primo approccio all'isola.
lunedì 28 dicembre 2015
venerdì 25 dicembre 2015
ferragosto a natale
lungomare a el puertillo
mare agitato
mare agitatole infinite platanere dell'isola
arucas vista dall'alto
il natale alle canarie è la controprova che nella vita tutto è relativo. il fatto che ricorrano i 100 anni dalla presentazione delle teorie di einstein è una bella coincidenza. qui ad arucas non c'è un solo aspetto del natale che sia in grado di riconoscere.. nessun abete, niente freddo, niente guanti sciarpa e cappello, niente di niente.. o meglio, le decorazioni ci sono, ma sono tutte abbarbicate sulle palme che decorano le strade e le rotonde della città. per il resto la neve è uno sbiadito ricordo, tanto che ho deciso di trascorrere la giornata al mare, godermi il sole ed i 24 gradi di oggi. questo è anche il primo natale che faccio lontano dalla mia famiglia, che faccio lontano da tutto e da tutti ma non da me stesso.. mi pare che certe cose si ripetano sempre come il ritrovarmi a passeggiare da solo coi pensieri miei con cui mi ritrovo sempre a fare i conti.. e questi conti non riescono a migliorare.
martedì 15 dicembre 2015
le isole della seconda chance
paessaggio di gran canaria
la scogliera vista dal mirador lungo la statale
vista dal mirador/2
vista dal mirador/3
il vostro affezionatissimo
i miei coinquilini: bella, polpetta e lucianino
la spiaggia de "el puertillo" vicino ad arucas
el puertillo/2
bar sulla spiaggia a el puertillo
vista dalla terrazza del bar
sono passate quasi tre settimane oramai da che mi sono trasferito a gran canaria. alla sera, tornato a casa da lavoro, ogni tanto penso all' italia e la penso in termini vaghi e distanti; mi sembra lontanissima non solo fisicamente (sono 4 ore di aereo) ma anche mentalmente. l'atmosfera tropicale, il sole ed il caldo di dicembre amplificano le distanze e annullano l'avanzare del tempo, ogni giorno qui è uguale a se stesso ed in qualche termine diverso, ma molto lentamente.
purtroppo il lavoro al momento non mi lascia un granchè di tempo libero ed, onestamente, quando posso riposo.
è stato e continua ad essere abbastanza stancante cambiare tutto, sia in termini lavorativi che di tipo di vita, nel bene e nel male. sto imparando un nuovo mestiere ma per fortuna sono una persona che si adatta abbastanza facilmente alle nuove situazioni e che è abituata a cambiare per cui al momento tutto sta filando per il meglio. se ne sentono di tutti i colori sulle isole canarie, o isole fortunate come venivano definite nei secoli passati o arcipelago della macaronesia in termini strettamente geografici (insieme a capo verde e azzorre). io sono abbastanza oggettivo e cerco di vedere la realtà per quella che è, per cui non dirò mai che qui è tutto bello e che in italia è tutto brutto o viceversa. come qualsiasi posto della terra ci sono lati positivi e negativi sta a ciascuno capire cosa gli stia bene oppure no e scegliere di conseguenza.
tra i lati positivi, quello che più è evidente è il clima, caldo e temperato a sufficienza da permetterti di fare il bagno anche a dicembre senza pentirsene. inoltre sto lavorando e dopo mesi di disoccupazione è qualcosa di meraviglioso. certo, non sto facendo il lavoro per cui ho studiato ed ho investito diversi anni della mia vita scolastica e anche professionale e, a dirla tutta, per fare il lavoro che sto facendo non è richiesto un grande livello di istruzione (di istruzione, non di capacità fisiche e mentali, si badi bene. nessun lavoro, fatto come si deve è banale).
inoltre costa poco tutto ciò che è monopolio di stato ossia benzina, sigarette e profumi. dall'altro canto la situazione lavorativa non è tutto rosa e fiori, qua la disoccupazione è elevata, i salari sono molto bassi rispetto all'italia ma la spesa al supermercato costa allo stesso modo, con le immaginabili conseguenze. certo, ad essere sinceri gli abitanti di qui sono tutto tranne che degli stakanovisti, anzi, farebbero qualsiasi cosa pur di non lavorare, ogni scusa è buona per fare festa e le persone spesso preferiscono prendere gli assegni del "paro" (gli ammortizzatori sociali spagnoli) piuttosto che cercare lavoro. è impossibile prendere un appuntamento con un canario: ti capita di dover aspettare anche diverse ore perchè all'orario prestabilito non si presenta nessuno, perso via in chissà quali faccende di cui non si preoccupa di avvisarti. anche solo per far benzina si forma la coda per via della "calma" con cui viene fatta ogni cosa e per un milanese come me è a volte difficile da mandar giù. certo, poi sono comunque abbastanza ordinati e nessuno protesta o sì'incazza se c'è da aspettare, ma spesso si aspetta gratuitamente i comodi di qualcun altro.
ho conosciuto qualche connazionale e spesso le storie di queste persone hanno una radice comune: il bisogno di cercare qui una seconda chance, per via di una sconfitta, personale o lavorativa, che vogliono lasciarsi alle spalle. ne faccio parte anche io? non so rispondermi.
la scogliera vista dal mirador lungo la statale
vista dal mirador/2
vista dal mirador/3
il vostro affezionatissimo
i miei coinquilini: bella, polpetta e lucianino
la spiaggia de "el puertillo" vicino ad arucas
el puertillo/2
bar sulla spiaggia a el puertillo
vista dalla terrazza del bar
sono passate quasi tre settimane oramai da che mi sono trasferito a gran canaria. alla sera, tornato a casa da lavoro, ogni tanto penso all' italia e la penso in termini vaghi e distanti; mi sembra lontanissima non solo fisicamente (sono 4 ore di aereo) ma anche mentalmente. l'atmosfera tropicale, il sole ed il caldo di dicembre amplificano le distanze e annullano l'avanzare del tempo, ogni giorno qui è uguale a se stesso ed in qualche termine diverso, ma molto lentamente.
purtroppo il lavoro al momento non mi lascia un granchè di tempo libero ed, onestamente, quando posso riposo.
è stato e continua ad essere abbastanza stancante cambiare tutto, sia in termini lavorativi che di tipo di vita, nel bene e nel male. sto imparando un nuovo mestiere ma per fortuna sono una persona che si adatta abbastanza facilmente alle nuove situazioni e che è abituata a cambiare per cui al momento tutto sta filando per il meglio. se ne sentono di tutti i colori sulle isole canarie, o isole fortunate come venivano definite nei secoli passati o arcipelago della macaronesia in termini strettamente geografici (insieme a capo verde e azzorre). io sono abbastanza oggettivo e cerco di vedere la realtà per quella che è, per cui non dirò mai che qui è tutto bello e che in italia è tutto brutto o viceversa. come qualsiasi posto della terra ci sono lati positivi e negativi sta a ciascuno capire cosa gli stia bene oppure no e scegliere di conseguenza.
tra i lati positivi, quello che più è evidente è il clima, caldo e temperato a sufficienza da permetterti di fare il bagno anche a dicembre senza pentirsene. inoltre sto lavorando e dopo mesi di disoccupazione è qualcosa di meraviglioso. certo, non sto facendo il lavoro per cui ho studiato ed ho investito diversi anni della mia vita scolastica e anche professionale e, a dirla tutta, per fare il lavoro che sto facendo non è richiesto un grande livello di istruzione (di istruzione, non di capacità fisiche e mentali, si badi bene. nessun lavoro, fatto come si deve è banale).
inoltre costa poco tutto ciò che è monopolio di stato ossia benzina, sigarette e profumi. dall'altro canto la situazione lavorativa non è tutto rosa e fiori, qua la disoccupazione è elevata, i salari sono molto bassi rispetto all'italia ma la spesa al supermercato costa allo stesso modo, con le immaginabili conseguenze. certo, ad essere sinceri gli abitanti di qui sono tutto tranne che degli stakanovisti, anzi, farebbero qualsiasi cosa pur di non lavorare, ogni scusa è buona per fare festa e le persone spesso preferiscono prendere gli assegni del "paro" (gli ammortizzatori sociali spagnoli) piuttosto che cercare lavoro. è impossibile prendere un appuntamento con un canario: ti capita di dover aspettare anche diverse ore perchè all'orario prestabilito non si presenta nessuno, perso via in chissà quali faccende di cui non si preoccupa di avvisarti. anche solo per far benzina si forma la coda per via della "calma" con cui viene fatta ogni cosa e per un milanese come me è a volte difficile da mandar giù. certo, poi sono comunque abbastanza ordinati e nessuno protesta o sì'incazza se c'è da aspettare, ma spesso si aspetta gratuitamente i comodi di qualcun altro.
ho conosciuto qualche connazionale e spesso le storie di queste persone hanno una radice comune: il bisogno di cercare qui una seconda chance, per via di una sconfitta, personale o lavorativa, che vogliono lasciarsi alle spalle. ne faccio parte anche io? non so rispondermi.
martedì 17 novembre 2015
il testamento di tito
un'altra poesia in cui tutti una volta nella vita dovrebbero sbatterci il grugno, attuale più che mai in un momento come questo.
Non avrai altro Dio, all'infuori di me.
Spesso mi ha fatto pensare:
genti diverse, venute dall'est
dicevan che in fondo era uguale.
Credevano a un altro diverso da te,
e non mi hanno fatto del male.
Credevano a un altro diverso da te
e non mi hanno fatto del male.
Non nominare il nome di Dio,
non nominarlo invano.
Con un coltello piantato nel fianco
gridai la mia pena e il suo nome:
ma forse era stanco, forse troppo occupato
e non ascoltò il mio dolore,
ma forse era stanco, forse troppo lontano
davvero, lo nominai invano.
Onora il padre, onora la madre,
e onora anche il loro bastone.
Bacia la mano che ruppe il tuo naso
perché le chiedevi un boccone.
Quando a mio padre si fermò il cuore
non ho provato dolore,
Quando a mio padre si fermò il cuore
non ho provato dolore.
Ricorda di santificare le feste,
facile per noi ladroni
entrare nei templi che rigurgitan salmi
di schiavi e dei loro padroni
senza finire legati agli altari
sgozzati come animali,
senza finire legati agli altari
sgozzati come animali.
Il quinto dice Non devi rubare,
e forse io l'ho rispettato
vuotando in silenzio le tasche già gonfie
di quelli che avevan rubato.
Ma io, senza legge, rubai in nome mio,
quegli altri, nel nome di Dio,
ma io, senza legge, rubai in nome mio,
quegli altri, nel nome di Dio.
Non commettere atti che non siano puri,
cioè non disperdere il seme.
Feconda una donna ogni volta che l'ami,
così sarai uomo di fede,
poi la voglia svanisce ed il figlio rimane
e tanti ne uccide la fame.
Io, forse, ho confuso il piacere e l'amore,
ma non ho creato dolore.
Il settimo dice Non ammazzare
se del cielo vuoi essere degno;
guardatela oggi, questa legge di Dio,
tre volte inchiodata nel legno.
Guardate la fine di quel nazareno,
e un ladro non muore di meno,
guardate la fine di quel nazareno,
e un ladro non muore di meno.
Non dire falsa testimonianza
e aiutali a uccidere un uomo.
Lo sanno a memoria il diritto divino
e scordano sempre il perdono.
Ho spergiurato su Dio e sul mio onore
e no, non ne provo dolore,
ho spergiurato su Dio e sul mio onore
e no, non ne provo dolore.
Non desiderare la roba degli altri,
non desiderarne la sposa.
Ditelo a quelli, chiedetelo ai pochi
che hanno una donna e qualcosa:
nei letti degli altri, già caldi d'amore
non ho provato dolore,
l'invidia di ieri non è già finita:
stasera vi invidio la vita.
Ma adesso che viene la sera ed il buio
mi toglie il dolore dagli occhi
e scivola il sole al di là delle dune
a violentare altre notti:
io nel vedere quest'uomo che muore,
madre, io provo dolore,
Nella pietà che non cede al rancore
Non avrai altro Dio, all'infuori di me.
Spesso mi ha fatto pensare:
genti diverse, venute dall'est
dicevan che in fondo era uguale.
Credevano a un altro diverso da te,
e non mi hanno fatto del male.
Credevano a un altro diverso da te
e non mi hanno fatto del male.
Non nominare il nome di Dio,
non nominarlo invano.
Con un coltello piantato nel fianco
gridai la mia pena e il suo nome:
ma forse era stanco, forse troppo occupato
e non ascoltò il mio dolore,
ma forse era stanco, forse troppo lontano
davvero, lo nominai invano.
Onora il padre, onora la madre,
e onora anche il loro bastone.
Bacia la mano che ruppe il tuo naso
perché le chiedevi un boccone.
Quando a mio padre si fermò il cuore
non ho provato dolore,
Quando a mio padre si fermò il cuore
non ho provato dolore.
Ricorda di santificare le feste,
facile per noi ladroni
entrare nei templi che rigurgitan salmi
di schiavi e dei loro padroni
senza finire legati agli altari
sgozzati come animali,
senza finire legati agli altari
sgozzati come animali.
Il quinto dice Non devi rubare,
e forse io l'ho rispettato
vuotando in silenzio le tasche già gonfie
di quelli che avevan rubato.
Ma io, senza legge, rubai in nome mio,
quegli altri, nel nome di Dio,
ma io, senza legge, rubai in nome mio,
quegli altri, nel nome di Dio.
Non commettere atti che non siano puri,
cioè non disperdere il seme.
Feconda una donna ogni volta che l'ami,
così sarai uomo di fede,
poi la voglia svanisce ed il figlio rimane
e tanti ne uccide la fame.
Io, forse, ho confuso il piacere e l'amore,
ma non ho creato dolore.
Il settimo dice Non ammazzare
se del cielo vuoi essere degno;
guardatela oggi, questa legge di Dio,
tre volte inchiodata nel legno.
Guardate la fine di quel nazareno,
e un ladro non muore di meno,
guardate la fine di quel nazareno,
e un ladro non muore di meno.
Non dire falsa testimonianza
e aiutali a uccidere un uomo.
Lo sanno a memoria il diritto divino
e scordano sempre il perdono.
Ho spergiurato su Dio e sul mio onore
e no, non ne provo dolore,
ho spergiurato su Dio e sul mio onore
e no, non ne provo dolore.
Non desiderare la roba degli altri,
non desiderarne la sposa.
Ditelo a quelli, chiedetelo ai pochi
che hanno una donna e qualcosa:
nei letti degli altri, già caldi d'amore
non ho provato dolore,
l'invidia di ieri non è già finita:
stasera vi invidio la vita.
Ma adesso che viene la sera ed il buio
mi toglie il dolore dagli occhi
e scivola il sole al di là delle dune
a violentare altre notti:
io nel vedere quest'uomo che muore,
madre, io provo dolore,
Nella pietà che non cede al rancore
nella mia ora di libertà
oggi non ho in mente che questa meravigliosa poesia:
Di respirare la stessa aria
di un secondino non mi va
perciò ho deciso di rinunciare
alla mia ora di libertà
se c'è qualcosa da spartire
tra un prigioniero e il suo piantone
che non sia l'aria di quel cortile
voglio soltanto che sia prigione
che non sia l'aria di quel cortile
voglio soltanto che sia prigione.
È cominciata un'ora prima
e un'ora dopo era già finita
ho visto gente venire sola
e poi insieme verso l'uscita
non mi aspettavo un vostro errore
uomini e donne di tribunale
se fossi stato al vostro posto...
ma al vostro posto non ci so stare
se fossi stato al vostro posto...
ma al vostro posto non ci sono stare.
Fuori dell'aula sulla strada
ma in mezzo al fuori anche fuori di là
ho chiesto al meglio della mia faccia
una polemica di dignità
tante le grinte, le ghigne, i musi,
vagli a spiegare che è primavera
e poi lo sanno ma preferiscono
vederla togliere a chi va in galera
e poi lo sanno ma preferiscono
vederla togliere a chi va in galera.
Tante le grinte, le ghigne, i musi,
poche le facce, tra loro lei,
si sta chiedendo tutto in un giorno
si suggerisce, ci giurerei
quel che dirà di me alla gente
quel che dirà ve lo dico io
da un po' di tempo era un po' cambiato
ma non nel dirmi amore mio
da un po' di tempo era un po' cambiato
ma non nel dirmi amore mio.
Certo bisogna farne di strada
da una ginnastica d'obbedienza
fino ad un gesto molto più umano
che ti dia il senso della violenza
però bisogna farne altrettanta
per diventare così coglioni
da non riuscire più a capire
che non ci sono poteri buoni
da non riuscire più a capire
che non ci sono poteri buoni.
E adesso imparo un sacco di cose
in mezzo agli altri vestiti uguali
tranne qual è il crimine giusto
per non passare da criminali.
Ci hanno insegnato la meraviglia
verso la gente che ruba il pane
ora sappiamo che è un delitto
il non rubare quando si ha fame
ora sappiamo che è un delitto
il non rubare quando si ha fame.
Di respirare la stessa aria
dei secondini non ci va
abbiamo deciso di imprigionarli
durante l'ora di libertà
venite adesso alla prigione
state a sentire sulla porta
la nostra ultima canzone
che vi ripete un'altra volta
per quanto voi vi crediate assolti
siete lo stesso coinvolti.
Per quanto voi vi crediate assolti
siete lo stesso coinvolti.
Di respirare la stessa aria
di un secondino non mi va
perciò ho deciso di rinunciare
alla mia ora di libertà
se c'è qualcosa da spartire
tra un prigioniero e il suo piantone
che non sia l'aria di quel cortile
voglio soltanto che sia prigione
che non sia l'aria di quel cortile
voglio soltanto che sia prigione.
È cominciata un'ora prima
e un'ora dopo era già finita
ho visto gente venire sola
e poi insieme verso l'uscita
non mi aspettavo un vostro errore
uomini e donne di tribunale
se fossi stato al vostro posto...
ma al vostro posto non ci so stare
se fossi stato al vostro posto...
ma al vostro posto non ci sono stare.
Fuori dell'aula sulla strada
ma in mezzo al fuori anche fuori di là
ho chiesto al meglio della mia faccia
una polemica di dignità
tante le grinte, le ghigne, i musi,
vagli a spiegare che è primavera
e poi lo sanno ma preferiscono
vederla togliere a chi va in galera
e poi lo sanno ma preferiscono
vederla togliere a chi va in galera.
Tante le grinte, le ghigne, i musi,
poche le facce, tra loro lei,
si sta chiedendo tutto in un giorno
si suggerisce, ci giurerei
quel che dirà di me alla gente
quel che dirà ve lo dico io
da un po' di tempo era un po' cambiato
ma non nel dirmi amore mio
da un po' di tempo era un po' cambiato
ma non nel dirmi amore mio.
Certo bisogna farne di strada
da una ginnastica d'obbedienza
fino ad un gesto molto più umano
che ti dia il senso della violenza
però bisogna farne altrettanta
per diventare così coglioni
da non riuscire più a capire
che non ci sono poteri buoni
da non riuscire più a capire
che non ci sono poteri buoni.
E adesso imparo un sacco di cose
in mezzo agli altri vestiti uguali
tranne qual è il crimine giusto
per non passare da criminali.
Ci hanno insegnato la meraviglia
verso la gente che ruba il pane
ora sappiamo che è un delitto
il non rubare quando si ha fame
ora sappiamo che è un delitto
il non rubare quando si ha fame.
Di respirare la stessa aria
dei secondini non ci va
abbiamo deciso di imprigionarli
durante l'ora di libertà
venite adesso alla prigione
state a sentire sulla porta
la nostra ultima canzone
che vi ripete un'altra volta
per quanto voi vi crediate assolti
siete lo stesso coinvolti.
Per quanto voi vi crediate assolti
siete lo stesso coinvolti.
domenica 15 novembre 2015
martedì 10 novembre 2015
pugni e libertà
ho sempre ritenuto, da ignorante quale sono che giudica senza sperimentare, che il pugilato fosse uno sport da picchiatore fascista.
da quando invece ho iniziato a "praticarla" trovo il corso sia molto divertente che frequentato da persone magnifiche.
così non ho potuto assolutamente resistere ad andare ad assistere insieme alla mia fedele macchina fotografica ad una serie di incontri dove partecipavano anche ragazzi e ragazze che si allenano con me (ma non come me.. molto ma molto di più).
mi aspettavo un locale fumoso, dalle luci basse, con le sexy ragazze a segnare i round, scommesse clandestine e personaggi dal dubbio passato ma invece è stato tutto talmente divertente e bello (in un centro sociale poi.. macao! bellissimo!) che mi è dispiaciuto molto quando è finito. non potevo assolutamente festeggiare in maniera migliore il mio compleanno! grazie mille a tutti!
sabato 31 ottobre 2015
tropico del cancro
la proposta è arrivata ed io ho accettato.
non era un bivio, non avevo due strade di fronte a me ma una sola.
si parte il 22.
(olè)
non era un bivio, non avevo due strade di fronte a me ma una sola.
si parte il 22.
(olè)
le olive e la teoria di darwin
il meraviglioso panorama del lago di bracciano
un lavoro millenario, una soddisfazione unica
il resoconto di tre giorni di raccolta
le olive al frantoio sul nastro trasportatore
vista del frantoio al lavoro, ne è passato di tempo dalle macine in pietra
al terzo giorno di lavoro, mentre me ne stavo arrampicato come uno scimpanzè sull'albero a tirar giù le olive del mio amico, ho cominciato a pensare alla relatività della teoria evoluzionistica darwiniana.. decine e decine di migliaia di anni per scendere dagli alberi per imparare a camminare sulle sole zampe posteriori e poi ti ritrovi a pensare a quanto sarebbe stato utile avere una coda e dei piedi prensili..
dietrologie scientifiche a parte era da tempo che non mi sentivo così contento, mi è piaciuto davvero molto starmene li in mezzo alla campagna, con un panorama mozzafiato ed un clima da maniche corte a fare un lavoro antico in un luogo antico dove lo stesso mestiere si ripete oramai da non so quanti anni.. tanti da perderne il conto.
e poi dopo tutto la fatica fatta, portare le olive al frantoio e vedere uscire l'olio.. quasi quasi ti scende una lacrimuccia!
un lavoro millenario, una soddisfazione unica
il resoconto di tre giorni di raccolta
le olive al frantoio sul nastro trasportatore
al terzo giorno di lavoro, mentre me ne stavo arrampicato come uno scimpanzè sull'albero a tirar giù le olive del mio amico, ho cominciato a pensare alla relatività della teoria evoluzionistica darwiniana.. decine e decine di migliaia di anni per scendere dagli alberi per imparare a camminare sulle sole zampe posteriori e poi ti ritrovi a pensare a quanto sarebbe stato utile avere una coda e dei piedi prensili..
dietrologie scientifiche a parte era da tempo che non mi sentivo così contento, mi è piaciuto davvero molto starmene li in mezzo alla campagna, con un panorama mozzafiato ed un clima da maniche corte a fare un lavoro antico in un luogo antico dove lo stesso mestiere si ripete oramai da non so quanti anni.. tanti da perderne il conto.
e poi dopo tutto la fatica fatta, portare le olive al frantoio e vedere uscire l'olio.. quasi quasi ti scende una lacrimuccia!
venerdì 30 ottobre 2015
triassic park
il fossile di serpianosauro parzialmente preparato, così come mi è stato consegnato
particolare del cranio in fase di preparazione, visto attraverso l'oculare dello stereomicroscopio
gli strumenti del mestiere
il fossile di serpianosauro a preparazione ultimata; si notino tutti i particolari liberati dal sedimento
dettaglio della preparazione ultimata
sono un ragazzo fortunato perchè mi hanno aperto un mondo, nascosto, sepolto, da qualche milione di anni in attesa che qualcuno lo riporti a nuova luce. da un bel po' di anni oramai, quando ho tempo libero, vado al museo di storia naturale della mia città e come volontario svolgo l'attività di preparatore paleontologico, ossia colui che con una pazienza da monaco eremita e attraverso l'aiuto di piccolissimi spilli, libera dal sedimento i reperti fossili.
in questo caso si tratta di un meraviglioso Serpianosaurus mirigiolensis, un rettile semiacquatico vissuto circa 240 milioni di anni fa e rinvenuto presso il monte san giorgio, vicino varese, tra l'italia e la svizzera.
il lavoro di preparazione può essere molto lungo e richiedere una pazienza incrollabile perchè le ossa sono fragili, i dettagli piccolissimi e le punte che si utilizzano microscopiche. Normalmente si procede alla velocità di circa 1 cm quadro al giorno ma dipende dai casi. inoltre durante la fase di preparazione non va dimenticato che il fossile oltre che essere studiato potrebbe anche venire esposto al pubblico per cui oltre alla precisione bisogna possedere un certo senso estetico che renda il pezzo gradevole anche alla vista dei non addetti ai lavori.
però quando il lavoro è ultimato la soddisfazione è grandissima e si prova molto affetto per la "propria" creatura.
particolare del cranio in fase di preparazione, visto attraverso l'oculare dello stereomicroscopio
gli strumenti del mestiere
il fossile di serpianosauro a preparazione ultimata; si notino tutti i particolari liberati dal sedimento
dettaglio della preparazione ultimata
sono un ragazzo fortunato perchè mi hanno aperto un mondo, nascosto, sepolto, da qualche milione di anni in attesa che qualcuno lo riporti a nuova luce. da un bel po' di anni oramai, quando ho tempo libero, vado al museo di storia naturale della mia città e come volontario svolgo l'attività di preparatore paleontologico, ossia colui che con una pazienza da monaco eremita e attraverso l'aiuto di piccolissimi spilli, libera dal sedimento i reperti fossili.
in questo caso si tratta di un meraviglioso Serpianosaurus mirigiolensis, un rettile semiacquatico vissuto circa 240 milioni di anni fa e rinvenuto presso il monte san giorgio, vicino varese, tra l'italia e la svizzera.
il lavoro di preparazione può essere molto lungo e richiedere una pazienza incrollabile perchè le ossa sono fragili, i dettagli piccolissimi e le punte che si utilizzano microscopiche. Normalmente si procede alla velocità di circa 1 cm quadro al giorno ma dipende dai casi. inoltre durante la fase di preparazione non va dimenticato che il fossile oltre che essere studiato potrebbe anche venire esposto al pubblico per cui oltre alla precisione bisogna possedere un certo senso estetico che renda il pezzo gradevole anche alla vista dei non addetti ai lavori.
però quando il lavoro è ultimato la soddisfazione è grandissima e si prova molto affetto per la "propria" creatura.
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