venerdì 31 luglio 2015

MILANO – LAGO DI COSTANZA – ZURIGO, 560 KM IN BICICLETTA ATTRAVERSO 5 NAZIONI


Il primo amore non si scorda mai, almeno è questo quello che si dice. Sarà per via delle sensazioni che ogni “prima volta” comporta in noi che la viviamo ma sono certo che questo viaggio in bicicletta me lo porterò sempre nel cuore.
560 km che in undici giorni mi hanno portato ad attraversare in lungo e in largo il cuore delle alpi, valicare passi, attraversare 5 nazioni, discendere uno dei più grandi fiumi d’Europa, vederne le maestose cascate, l’ampio lago e volare dirigibili sopra le sue acque.
Italia, svizzera, lichtenstein, austria, germania e nuovamente svizzera, in un continuo di piste ciclabili di cui non ne sospettavo neanche vagamente l’esistenza prima di percorrerle, con un sole a volte prepotente e a volte timido, con la pioggia che ha accompagnato ogni mia singola notte trascorsa in tenda e con un vento che spesso ha fatto sentire la sua voce.
L’idea di questo viaggio mi è venuta nel posto più diametralmente opposto che si possa immaginare: la Sicilia.. non so, forse è una questione di bilanciamenti che ognuno di noi deve avere per stare in equilibrio; la pianificazione poi è stata abbastanza rapida, un’occhiata su internet, sempre piena di ottimi consigli e suggerimenti, un’atlante e soprattutto la perseveranza nel non lasciarsi andare ai richiami del comodo divano di casa.
La mia ricetta è la seguente, se qualcuno mai volesse trarne spunto:
1)   milano – fiumelatte
2)   fiume latte – morbegno
3)   morbegno – chiavenna
4)   passo dello spluga con arrivo a Splugen
5)   Splugen – coira
6)   Coira – vaduz
7)   Vaduz-bregenz
8)   Bregenz – friedrichshafen
9)   Friedrichshafen – stein am rhein
10)   Stein am rhein – zurigo

Occorrente:
a)   una bicicletta, preferibilmente mtb visti i numerosi sterrati
b)   tenda, sacco a pelo, materassino e cuscino
c)   portapacchi, borse laterali, borsa da manubrio, lucchetto e integratori
d)   lampada per la tenda, pile, caricabatterie, macchina fotografica
e)   carta geografica e guida turistica
f)     2 completi da ciclismo con casco, guanti, occhiali da sole e bandana
g)   4 magliette per il tempo libero, 2 pantaloncini, calze e mutande
h)   rasoio, shampoo, dentifricio, spazzolino, sapone e tagliaunghie
i)     pantaloni lunghi, completo antipioggia, coltellino, attrezzi per la manutenzione
j)     due camere d’aria di scorta, pompa.
k)   Costume da bagno e telo mare.

1° giorno, casa – fiumelatte: 93 km


 nessun dorma!
 pronti a partire
 vecchio mulino lungo la ciclabile della martesana
 battello sull'adda a trezzo
ciclabile lungo l'adda
il ponte di paderno


sveglia ginnica alle ore 6:00 per evitare il caldo soffocante che attanaglia la città in questi giorni di metà luglio.
Davanti a me ci sono i 93 km che mi separano dall’arrivo della mia prima tappa, fiumelatte, sul lago di como.
Mi faccio una doccia, chiudo tutta la casa ed alle 7:00 ho finito di montare i bagagli e sono pronto per partire.. il termometro della prima farmacia che incontro sostiene che ci siano già 26 °C e non faccio fatica a credergli, per fortuna che sono stato previdente!
Il percorso è collaudato: la ciclabile della martesana fino a cassano d’adda e da li costeggio il fiume fino a lecco anche qui su pista ciclabile.
A lecco iniziano i 3 km più brutti di tutto il viaggio perché non esiste altra strada se non la ss 36 e devi stare attentissimo alle auto ed ai camion che sfrecciano impazziti!
Ad abbadia lariana c’è l’uscita obbligatoria che riconsente di tornare su strade più umane, almeno per quegli umani che vanno in bici con 20 kg di bagaglio al seguito. Sotto il sole cocente di mezzogiorno arrivo a fiumelatte presso il centro ittiogenico de marchi, il posto dove ho lavorato per quattro anni e che è l’occasione per salutare vecchi amici e colleghi e per parcheggiarvi dentro la bicicletta.
Udite udite! All’incubatoio c’è una ragazza che fa il tirocinio! Mai vista una presenza femminile da queste parti e devo dire che si fa sentire subito perché si nota una lievissima incrinatura nell’austera impassibilità del posto.. mi sembrano tutti su di giri.
Dopo un rinfrescante bagno al lago trascorro la giornata in compagnia di stefano che mi ospiterà a casa sua anche per la notte.

2° giorno, fiumelatte – morbegno: 47 km

il lago di como presso colico


oggi niente riposo.. sveglia alle 5:30 perché stefano deve andare a lavoro presto.. decido di spezzare la tappa a metà e di fermarmi a colico per rilassarmi e fare il bagno.
Anche oggi il caldo è come una morsa che non ti lascia scampo e sono tutti con il coltello tra i denti per accaparrarsi ogni cm di ombra disponibile.
Nel pomeriggio riprendo la mia strada che da colico in poi è lo splendido sentiero Valtellina, chiuso al traffico e riservato alle persone e alle bici; raggiungo così l’ufficio dove lavora mia sorella che mi verrà gentilmente lasciato come guest house per la notte..
La serata si conclude magnificamente davanti ad una pizza cucinata come sempre in maniera incredibilmente buona dal ristorante eden di regoledo.. davvero ottima! Mai mi sarei immaginato di mangiarne una così buona in Valtellina!

3° giorno, morbegno – chiavenna: 40 km

 il lago di mezzola
 lago di mezzola/2
 la ciclabile verso chiavenna
il centro storico di chiavenna

chiavenna possiede un centro storico che è sempre molto carino da visitare, si respira già un’aria decisamente svizzera anche se la temperatura non è svizzera per nulla.. anche oggi il caldo è davvero insopportabile e fa apparire molto più lunga ed impegnativa quelle che doveva essere una tranquillissima tappa di trasferimento.. in ogni caso seguo sempre la pista ciclabile che anche per oggi mi permette di evitare per lunghi tratti le trafficate strade principali.
La nottata la trascorro in b&b perché domani mi attende la tappa che temo più di tutte in assoluto.. l’altissimo, lunghissimo e faticosissimo passo dello spluga.
Mi rendo conto di aver fatto poche foto in questi giorni, purtroppo la conoscenza abituale dei luoghi non mi ha fatto pensare al valore documentaristico.. chiedo scusa per questo.

4° giorno, tappone dello spluga: 42 km (di cui 30 di salita)



 l'inizio della fine
 il paesaggio visto da una pausa
l'arrivo al lago di montespluga
finalmente in cime
 splugen
splugen/2


eccolo finalmente.. il mostro.. 30 km di salita ininterrotta per quasi 2.000 m di dislivello.
Oggi per forza di cose la giornata sarà dedicata alla sconfitta di questo drago sinuoso che si inerpica sul fianco delle montagne. L’arrivo previsto è a Splugen, in svizzera, cantone dei grigioni.
No, ma dico, 30 km per 2.000 m! ho letto articoli e guardato altimetrie per sapere come sperare di arrivare al meglio su in cima ma è stata durissima.. era davvero inimmaginabile la fatica che ho dovuto fare per farcela.. con 20 kg di carico sul groppone l’unica dote che bisogna avere in questi casi è la rassegnazione. Fallo e basta mi ripetevo. Fallo e basta e sali piano piano. Se ci fosse bisogno, senza vergogna, ti fermi a spingere.
Ma ce l’ho fatta! Alle 16:07 dopo un’infinità di bestemmie che temo abbiano messo a repentaglio il mio futuro posto in paradiso, sono arrivato su dove neppure le aquile si spingono, manco se gli punti una pistola alla tempia.
Quando ho visto la bandiera svizzera ho pensato: “se vedo un altro tornante vomito”.
In discesa mi sono concesso il lusso di toccare i 60 km/h, un piccolo record personale e di arrivare in un lampo al campeggio.. oramai si sente parlare solo tedesco, incredibile, basta passare al di la di una montagna e cambia tutto un mondo.

5° giorno, tappa Splugen – Coira: 55 km


la pioggia al mattino sulla tenda
 paesaggio svizzero
 lago di sufers
ponte sospeso sul reno
 la strada verso coira
 gole del reno
gole del reno/2
 la ciclabile verso coira/2
 il centro storico di coira
centro di coira/2

stanotte ha piovuto a dirotto e ho avuto parecchio freddo nella tenda, ma d’altronde a 1500 m. slm era difficile sperare di avere un clima hawaiano.. in ogni caso la tenda decathlon da 20 euro si è comportata benissimo, con mia grande soddisfazione è stata impermeabile ad ogni secchiata d’acqua che gli arrivava dal cielo.
A proposito, è curioso notare come oltre confine il marchio decathlon scompaia del tutto, si vede che è una prerogativa riservata a noi italiani sfigati e squattrinati.
Per fortuna che la strada verso Coira (Chur in tedesco) è tutta in meravigliosa discesa perché ho le gambe dure come sassi, se faccio anche solo una pedalata sento i muscoli che mi fanno malissimo.. il paesaggio però è davvero molto bello, tipicamente alpino, con foreste di abeti a perdita d’occhio, cime imponenti e qualche laghetto qua e la ad addolcirne l’aspetto.
In breve tempo, quando la vallata inizia a spianare, raggiungo Coira, la più antica città della Svizzera nonché capoluogo cantonale. Si dimostra ordinata e accogliente così come il campeggio vicino al fiume dove faccio conoscenza con una coppia di ragazzi spagnoli.. ironman lui, un po’ meno convinta lei.. da l’impressione di averlo seguito solo per cedere alle sue insistenze perché quando lui mi spiega l’intenzione che hanno di percorrere 100 km a tappa per raggiungere Amsterdam in 14 giorni la faccia di lei era abbastanza inorridita, ma non quanto quella di evidente disprezzo di lui nel confidarmi, privatamente, che quel giorno avrebbero cercato una sistemazione in un hotel per permettere a lei di riposare. Tra parentesi per quest’occasione avrebbero percorso solamente la distanza che mi sono prefissato io di fare domani.
Una nota davvero curiosa: non so per quale motivo ma gli elvetici hanno una passione incredibile per il ciao della piaggio! Ne hanno di tutti i tipi.. sobri per i più anziani, tamarassimi in stile red bull death race i ragazzini.. fantastico!

6° giorno, Coira – Vaduz: 46 km

 la ciclabile lungo il reno
 il ponte che segna il confine con il principato
 paesaggio del lichtenstein
 chiesa e castello in linchtenstein
 l'ingresso trionfale a vaduz
palazzo comunale


Quindi esiste veramente! E io che pensavo fosse solamente un’entità fittizia tipo il molise o la basilicata! Oggi è il giorno in cui ho messo piede nel furstentum lichtenstein!
Seguendo la sempre inappuntabile pista ciclabile che scende lungo il fiume Reno, si incontra ad un certo punto sulla destra un ponte con il cartello che indica: “ Vaduz à”. Oltrepassata la metà, sono diventato ufficialmente ospite del principato, uno degli stati più piccoli di tutta Europa ed è impossibile non notare immediatamente due cose: la prima è che effettivamente gli abitanti di qui devono essere pieni di piccioli e la seconda è che sono dei tamarri pazzeschi! Hanno tutti vestiti costosissimi, occhiali da sole costosissimi tipo tom cruise con i quali guidano sgommando le loro costosissime auto.. che poi l’utilitaria media parcheggiata fuori casa è una bmw o un audi nera probabilmente usata per girare il film di batman.
Però non riesco a non sorridere pensando a questo piccolo staterello in mezzo ai monti.. il nome del paese, lichtenstein, altro non è che il cognome del proprietario delle terre, il principe Alois Philipp Maria von und zu Liechtenstein. Cioè è come se io stesso comprassi un bell’orticello e mettessi in pratica il mio cognome.. fantastico no?
Vaduz è nel complesso abbastanza bruttina e grigia, sembra berlino est ma versione bazar a cielo aperto dove è possibile acquistare beni di lusso esentasse.

7° giorno, Vaduz – Bregenz: 54 km

 il primo approccio con il lago di costanza
 baracca di pescatori
 il lungolago a bregenz
nazionalismo austro-ungarico


Bregenz vuol dire solo una cosa: lago di Costanza! Arrivo così al termine della tappa al primo obiettivo di questo viaggio!
Il cielo è ancora grigio in seguito all’ennesimo temporale di ieri notte e di giorno ha soffiato un forte vento laterale che ha reso difficoltoso l’avanzamento. Oggi ho attraversato ben tre stati in una volta sola: sono partito che ero in Linchtenstein, sono ritornato in Svizzera e da qui a Bregenz, in Austria.
Arrivato al campeggio la prima impressione che ho è che si tratti di un campeggio di massa e di aver oramai lasciato alle spalle l’atmosfera da “ultimi della terra” delle giornate passate.. che a dire la verità mi piaceva moltissimo. Qua sei solo uno dei tanti, non ci si saluta più e si lotta per i metri quadri dove mettere la propria tenda.
La seconda impressione entraro qui è stata: “che povirazzi!” infatti in confronto a svizzeri e linchtensteiniani gli austrici sembrano eremiti senza gloria.
Il lago di Costanza non sembra un granchè ma la giornata è molto grigia per cui meglio aspettare i prossimi giorni per giudicare correttamente.

8° - 9° giorno, Bregenz - Friedrichshafen: 45 km

il centro storico di landau
centro storico di landau/2
il porticciolo di friedrichshafen

 l'interno delle cabine ricostruite del dirigibile hindenburg
 la fontana zeppelin, orgoglio della città
 scultura postatomica
 panorama del mare di svevia
 tipica spiaggetta del lago
 la ciclabile a friedrichshafen
 tramonto sul lago


Anche per oggi oltrepasso un altro confine di stato: Friedrichshafen si trova in Germania, sulla sponda nord del lago, regione del Baden – Wurttemberg.
Prima di arrivarci però ho avuto il piacere di perdermi per le vie di Landau, paesello davvero molto carino e caratteristico; il centro storico è tutto fatto di case con le travi di legno a vista, lucernari e tetti appuntiti.
Friedrichshafen invece non ha nulla di tutto questo, anzi, conferma l’impressione che ho avuto ieri del lago di Costanza.. sembra un paesaggio post-atomico!! L’acqua è grigio-verde, il cielo è grigio-azzurro, ogni struttura è fatta in metallo (grigio – ruggine) e onestamente mi sembrano grigi pure i volti delle persone.. come ciliegina sulla torta in cielo si vedono volare di continuo i dirigibili perché questo è il paese natale del conte Zeppelin che ne è l’inventore. Mah.
La guida lonelyplanet che ho comprato prima di partire fornisce la seguente descrizione: “il lago di Costanza veniva considerato il mare di Svevia e prima dell’invenzione dei pacchetti turistici questo era il luogo prediletto di villeggiatura”.. beh, non faccio fatica a credere che dopo averli inventati i tedeschi abbiano invaso le spiagge dei nostri laghi.. quello di Como in confronto sembra un miracolo!
Ho deciso però di fermarmi qui due giorni, così riposo un po’ le gambe e per addentrarmi un po’ nella cultura germanica.
Faccio visita pure al museo degli zeppelin, così ho l’occasione di visitare una ricostruzione dell’immenso dirigibile Hindenburg, famoso per essere esploso in volo decretando la fine dell’uso transoceanico dei dirigibili.
Il campeggio, se possibile, è ancora più affollato di quello di ieri e aumenta così in me il senso di claustrofobia.. inoltre i tedeschi sono molto più cafoni di quanto mi aspettassi e così non mancano urla, schiamazzi tutta la notte e bambini che giocano a pallone utilizzando le tende (degli altri) come porte.
Non so perché poi hanno questa cosa che più sono vecchi/e e più assomiglino a dei trichechi più debbano andare in giro nudi/e. per fortuna che per mangiare vado alla ricerca di un posticino in città. Prima che piova anche questa volta.

10° giorno, Friedrichshafen - Stein am Rhein: 46 km

 il traghetto per costanza
 il lago finalmente con un po' di serano, spero si noti il dirigibile che sta volando

 la ciclabile dopo costanza
 i tipici paesini di questa parte di mondo
 le case con le travi a vista lungo la ciclabile
 il fiume reno vicino al campeggio
 il fiume reno/2
 le docce del campeggio stile hotel
 i bagni del campeggio stile hotel
 il reno con sullo sfondo stein am rhein
 stein am rhein visto dalla ciclabile
 il paese delle fiabe
 il ponte da dove si tuffano i ragazzini nel fiume
 la piazza principale di stein am rhein
 la piazza/2
tramonto sul reno


Ho deciso di apportare una modifica al programma di viaggio che ho fedelmente seguito fino a qui; abbastanza deluso dal lago prendo il traghetto che mi porterà direttamente a Costanza e così raggiungere il paesino di Stein am Rhein che secondo la guida merita certamente la pena di una visita.
Mi alzo così abbastanza presto, saldo il campeggio non appena apre la reception e mi reco subito al traghetto. Devo dire che però con il bel sole che splende questa mattina il lago mi appare molto più carino dei giorni appena passati.. finalmente l’acqua sembra azzurra!
Probabilmente in quest’angolo di Germania i turisti devono essere tutti tedeschi perché non ho trovato lo straccio di un’indicazione, di un menù e manco le spiegazioni dei depliant dei musei in inglese. E sono pochissimi quello che lo parlano! Anche alla biglietteria del traghetto alla fine mi sono dovuto arrangiare a dire: “ein ticket fur kostanz und einem fahrrad” che per fortuna avevo scoperto che fahrrad volesse dire bicicletta!
Arrivo a Costanza dopo un’oretta di navigazione e dopo un breve giro del centro storico della città e una colazione a base dell’orrendo caffè che fanno a queste latitudini, riprendo la ciclabile che scorre accanto al fiume Reno facendomi rientrare in Svizzera, dove, al momento di oltrepassare il confine, ho avuto una bella sensazione di serenità. Non saprei, forse sto diventando svizzero pure io!
Il paesello di Stein am Rhein si rivela davvero bellissimo, sembra uscito da un libro di fiabe per bambini ed il campeggio locale è davvero magnifico, verde e pieno di alberi, si affaccia lungo il fiume che da queste parti scorre tranquillo; i bagni poi, sono una vera meraviglia: sono talmente carini e puliti che sembra di stare in hotel!
Peccato che come sta succedendo sempre in questi giorni alla sera cominci a piovere, così mi tocca rientrare in fretta e furia dalla mia visita al paese, peccato perché meritava la pena di una visita più approfondita, se lo avessi saputo prima sarei rimasto qui due giorni anziché a Friedrichshafen..
Insieme a me tornano a casa delusi anche una nuvola di ragazzini che si stava divertendo a tuffarsi nel fiume dall’alto del ponte che lo attraversa.